Recensione: “Nevernight” – Jay Kristoff

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Mai tirarsi indietro, mai avere paura e mai dimenticare

Queste sono le parole che Mia Corvere si ripete come un mantra da quando la sua vita è andata in frantumi. Suo padre viene giustiziato sulla pubblica piazza per tradimento, successivamente sua madre viene arrestata e tutti i suoi possedimenti confiscati, Mia a quel tempo ha solo dieci anni. In una situazione del genere molti di noi perirebbero, ma Mia non lo fa, e non lo fa perché ha un motivo per continuare a vivere: vendicare la sua famiglia.

Questa è la sinossi di “Nevernight”, primo di una trilogia scritta da Jay Kristoff edita in Italia da Mondadori, è uno young adult inserito all’interno di un universo fantasy.

Premetto di non essere una fan del genere e di essermi approcciata a questo libro con l’idea di svagarmi in po’ e possibilmente uscire dal blocco del lettore. Spoiler: ci sono riuscita!

Cominciamo!

  • Trama

La trama di “Nevernight” è abbastanza banale, ma d’intrattenimento. Come già anticipato, Mia Corvere è la figlia di un console rivoluzionario giustiziato dai suoi nemici. La ragazzina è costretta ad abbandonare tutti gli agi a cui era abituata per la vita in strada. Causalmente conosce Mercurio che diventerà il suo mentore con l’obiettivo di trasformarla da una bimba piagnucolosa ad assassina modello. A farle compagnia dal giorno della morte di suo padre, c’è Messer Cortese, un gatto- non gatto che vive nascosto nell’ombra di Mia e che si nutre della sua paura. All’inizio della sua avventura, conosciamo Mia pronta a lasciare la sua città, Godsgrave, per raggiungere la misteriosa Chiesa Rossa e lì studiare per affinare le sue conoscenze da assassina e poter iniziare a mettere in pratica i suoi piani per vendicare la sua famiglia.

  • World Building

Il world building è sicuramente croce e delizia di questo romanzo.

Perché se da un lato Kristoff crea un mondo complessissimo, ricco di dettagli e di storia; dall’altra parte non riesce ad integrare tutte queste informazioni in modo organico. Infatti il libro è pieno di note che servono ad aggiungere dettagli di world building che normalmente andrebbero inseriti all’interno della narrazione.

In “Nevernight” tutto è unico, a partire dalla struttura astronomica del suo mondo; abbiamo infatti tre soli che si alternano, i giorni si chiamano “cambi” e la notte è un evento rarissimo che le persone spendono pregando che finisca.

La religione è un nodo centrale anche ai fini della trama, perché la nostra protagonista si unisce alla Chiesa Rossa per servire la dea della notte, la madre nera, dea dell’omicidio benedetto; il culto di questa divinità, tuttavia non è socialmente accettato dai più, anzi, i suoi adepti vengono tacciati come infedeli. Peccato che tutte le motivazioni dietro questo odio, siano in parte spiegate solo nelle note.

  • Cosa mi è piaciuto

“Nevernight” è il libro ideale per svagarsi e uscire, anche se per poco, dalla realtà. La storia è abbastanza avventurosa e raccontata in modo semplice. Essendo ambientata dentro una scuola per assassini, le scene di combattimento sono molte e ben descritte e dinamiche.

La protagonista è sicuramente il personaggio più riuscito del libro, ha un carattere ben definito e un background molto approfondito; considerando anche che “Nevernight” è il primo di una trilogia, quindi non ci possiamo aspettare tutti i dettagli immediatamente. Sebbene, ricada nel classico stereotipo dello “strong female character” non risulta piatta e i suoi comportamenti non sembrano iperbolici o irrazionali, anzi sono sempre giustificati. Forse l’avrei preferita un po’ meno sboccata, ma alla fine da una ragazza cresciuta nei bassifondi non ci si aspetta di certo un linguaggio aulico da principessa.

Infine, ho apprezzato molto il finale, ma su questo non vi voglio dire niente perché non mi piacciono gli spoiler 🙂

  • Cosa non mi è piaciuto

Le cose che non mi sono piaciute di questo libro sono tante, ma sicuramente la struttura del world building è in cima.

Il fatto che i dettagli e la composizione dell’universo vengano inseriti solo attraverso le note mi ha davvero rovinato l’esperienza di lettura. Probabilmente l’intento dell’autore era quello di evitare l’effetto spiegone, ma per farlo avrebbe potuto inserire alcuni espedienti narrativi, al fine di fornire al lettore dei dettagli del mondo in cui è ambientata la storia, piuttosto che usare un’infinità di note a fine capitolo che spezzano la narrazione e il ritmo.

Un’altra cosa a non essermi piaciuta è la banalità di alcuni elementi della storia. Più volte durante la lettura, mi sono ritrovata a fare un parallelismo tra il personaggio di Mia e quello di Arya Stark della saga di G.R.R. Martin, ad esempio. Non sono originali nemmeno le dinamiche che si istaurano all’interno della Chiesa Rossa, che in alcuni momenti sembra una cosa a metà tra Hogwarts, Hunger Games e un liceo di provincia.

Altro aspetto che non ho apprezzato sono stati i personaggi secondari; perché se da un lato l’autore si impegna tantissimo a creare una protagonista molto tridimensionale, non fa la stessa cosa con i personaggi che ruotano intorno a lei. Quasi tutti risultano piatti e senza personalità, ad alcuni viene dato del background lungo circa due righe e poco di più. Probabilmente gli unici personaggi, oltre a Mia ad avere un minimo di caratterizzazione in più sono Tric e Ashlinn, ma proprio perché sono dei personaggi funzionali alla trama.

  • Giudizio finale

“Nevernight” è romanzo molto carino e divertente. L’autore è stato bravo a raccontare una storia dell’iniziazione di una protagonista stereotipata, ma credibile. Il ritmo scorre senza problemi, ma alla fine si schiaccia l’acceleratore per dare una chiusa che ti fa venire voglia di leggere il secondo capitolo della saga.

  • A chi lo consiglio

Consiglio questo libro a chi cerca un romanzo d’evasione senza tanti fronzoli, a chi ha bisogno di una lettura che faccia staccare il cervello dalla realtà a favore di un mondo completamente nuovo. Penso che gli amanti del genere YA lo adoreranno e in particolare ameranno la protagonista e il suo gatto fatto di ombre. Infine lo consiglio a tutte quelle persone che, magari sono in astinenza di saghe fantasy e hanno bisogno di iniziare qualcosa di nuovo.

Questo era tutto quello che avevo da dire su “Nevernight” di Jay Kristoff, fatemi sapere che cosa ne pensate nei commenti!

Io vi aspetto alla prossima recensione, a presto!

– Paola

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