Letture Febbraio 2021

Febbraio è finito da un bel po’, ma non è mai troppo tardi per parlare di libri belli!

Nonostante abbia letto molto di meno rispetto al solito (a gennaio ero arrivata a finire sei libri per esempio), sono molto soddisfatta delle mie letture. Mi sono focalizzata sulla qualità e mi sono presa del tempo per riflettere su quello che stavo leggendo.

A dire la verità, il libro che ha sicuramente caratterizzato questo mese è stato sicuramente “Manuale di diritto privato”, ma in questo spazio voglio parlare solo di libri belli e di esperienze piacevoli, dunque discutiamo adesso dei libri che mi sono piaciuti di più a febbraio!

  • La porta – Magda Szabò

TRAMA

È un rapporto molto conflittuale, fatto di continue rotture e difficili riconciliazioni, a legare la narratrice a Emerenc Szeredás, la donna che la aiuta nelle faccende domestiche.

La padrona di casa, una scrittrice inadatta ad affrontare i problemi della vita quotidiana, fatica a capire il rigido moralismo di Emerenc, ne subisce le spesso indecifrabili decisioni, non sa cosa pensare dell’alone di mistero che ne circonda l’esistenza e soprattutto la casa, con quella porta che nessuno può varcare. In un crescendo di rivelazioni scopre che le scelte spesso bizzarre e crudeli, ma sempre assolutamente coerenti dell’anziana donna, affondano in un destino segnato dagli avvenimenti più drammatici del Novecento. (Fonte: Goodreads)

COSA NE PENSO

La porta è una piccola perla sconosciuta. Ha una storia semplice, ma non banale che racconta l’esistenza del più umile dei personaggi e secondo me è proprio questo a renderlo un libro veramente meritevole.

La narratrice, rielaborando i suoi ricordi, ci fornisce il ritratto di Emerenc, la sua donna delle pulizie, e del rapporto che le lega attraverso tutta una serie di piccoli eventi, bisticci, scontri che hanno fatto in modo di unire queste due donne in modo indissolubile. Il fatto che le due siano molto diverse rende il tutto ancora più interessante.

La Szabò entra in punta di piedi e ti conquista in poche pagine, con un personaggio forte come un uragano.

A CHI LO CONSIGLIO

A chi vuole una storia semplice, ma coinvolgente.

A chi ama la saga dell’amica geniale perché alcune dinamiche e il rapporto tra le protagoniste può ricordare quello tra Lila e Lenù.

La stanza – Jonas Karlsson

TRAMA

In questo romanzo dalle atmosfere kafkiane, il protagonista, Björn, ci racconta nel dettaglio i suoi primi giorni in un nuovo ambiente di lavoro, e la scoperta fortuita, tra i bagni e l’ascensore, di una “stanza” misteriosa, stranamente inutilizzata e in perfetto ordine. Björn è incapace di integrarsi a causa di una congenita refrattarietà ai rapporti personali, unita alla consapevolezza di essere migliore degli altri e al desiderio di fare carriera. Trova allora utile e rilassante rifugiarsi sempre più spesso nella stanza, al riparo dagli opprimenti meccanismi d’azienda. Una stanza che, chissà come mai, nessuno dei suoi colleghi ha mai visto o sentito nominare. (Fonte: Goodreads)

COSA NE PENSO

Il romanzo più strano che abbia mai letto. Durante la lettura alternavo momenti divertenti a momenti di assoluta inquietudine.

L’autore ha uno stile molto teatrale, nel senso che il testo sembra un vero e proprio monologo, perfetto da interpretare su un palco.

Entriamo dentro la testa del protagonista, Björn e pian piano ci rendiamo conto che la realtà è molto diversa rispetto a quella che descrive.

Proprio per questo stile e per questa continua alternanza tra straniamento, inquietudine e divertimento, approvo questo romanzo a pieni voti.

A CHI LO CONSIGLIO

A chi ama i romanzi con un narratore non oggettivo e chi vuole leggere una storia assolutamente fuori dagli schemi.

Voi cosa avete letto di recente? Fatemelo sapere nei commenti!

Ti aspetto anche su Instagram per altri contenuti a tema libresco e non solo 😉

Paola

Recensione: “Nevernight” – Jay Kristoff

Fonte: il mio feed Instagram, seguimi anche lì!

Mai tirarsi indietro, mai avere paura e mai dimenticare

Queste sono le parole che Mia Corvere si ripete come un mantra da quando la sua vita è andata in frantumi. Suo padre viene giustiziato sulla pubblica piazza per tradimento, successivamente sua madre viene arrestata e tutti i suoi possedimenti confiscati, Mia a quel tempo ha solo dieci anni. In una situazione del genere molti di noi perirebbero, ma Mia non lo fa, e non lo fa perché ha un motivo per continuare a vivere: vendicare la sua famiglia.

Questa è la sinossi di “Nevernight”, primo di una trilogia scritta da Jay Kristoff edita in Italia da Mondadori, è uno young adult inserito all’interno di un universo fantasy.

Premetto di non essere una fan del genere e di essermi approcciata a questo libro con l’idea di svagarmi in po’ e possibilmente uscire dal blocco del lettore. Spoiler: ci sono riuscita!

Cominciamo!

  • Trama

La trama di “Nevernight” è abbastanza banale, ma d’intrattenimento. Come già anticipato, Mia Corvere è la figlia di un console rivoluzionario giustiziato dai suoi nemici. La ragazzina è costretta ad abbandonare tutti gli agi a cui era abituata per la vita in strada. Causalmente conosce Mercurio che diventerà il suo mentore con l’obiettivo di trasformarla da una bimba piagnucolosa ad assassina modello. A farle compagnia dal giorno della morte di suo padre, c’è Messer Cortese, un gatto- non gatto che vive nascosto nell’ombra di Mia e che si nutre della sua paura. All’inizio della sua avventura, conosciamo Mia pronta a lasciare la sua città, Godsgrave, per raggiungere la misteriosa Chiesa Rossa e lì studiare per affinare le sue conoscenze da assassina e poter iniziare a mettere in pratica i suoi piani per vendicare la sua famiglia.

  • World Building

Il world building è sicuramente croce e delizia di questo romanzo.

Perché se da un lato Kristoff crea un mondo complessissimo, ricco di dettagli e di storia; dall’altra parte non riesce ad integrare tutte queste informazioni in modo organico. Infatti il libro è pieno di note che servono ad aggiungere dettagli di world building che normalmente andrebbero inseriti all’interno della narrazione.

In “Nevernight” tutto è unico, a partire dalla struttura astronomica del suo mondo; abbiamo infatti tre soli che si alternano, i giorni si chiamano “cambi” e la notte è un evento rarissimo che le persone spendono pregando che finisca.

La religione è un nodo centrale anche ai fini della trama, perché la nostra protagonista si unisce alla Chiesa Rossa per servire la dea della notte, la madre nera, dea dell’omicidio benedetto; il culto di questa divinità, tuttavia non è socialmente accettato dai più, anzi, i suoi adepti vengono tacciati come infedeli. Peccato che tutte le motivazioni dietro questo odio, siano in parte spiegate solo nelle note.

  • Cosa mi è piaciuto

“Nevernight” è il libro ideale per svagarsi e uscire, anche se per poco, dalla realtà. La storia è abbastanza avventurosa e raccontata in modo semplice. Essendo ambientata dentro una scuola per assassini, le scene di combattimento sono molte e ben descritte e dinamiche.

La protagonista è sicuramente il personaggio più riuscito del libro, ha un carattere ben definito e un background molto approfondito; considerando anche che “Nevernight” è il primo di una trilogia, quindi non ci possiamo aspettare tutti i dettagli immediatamente. Sebbene, ricada nel classico stereotipo dello “strong female character” non risulta piatta e i suoi comportamenti non sembrano iperbolici o irrazionali, anzi sono sempre giustificati. Forse l’avrei preferita un po’ meno sboccata, ma alla fine da una ragazza cresciuta nei bassifondi non ci si aspetta di certo un linguaggio aulico da principessa.

Infine, ho apprezzato molto il finale, ma su questo non vi voglio dire niente perché non mi piacciono gli spoiler 🙂

  • Cosa non mi è piaciuto

Le cose che non mi sono piaciute di questo libro sono tante, ma sicuramente la struttura del world building è in cima.

Il fatto che i dettagli e la composizione dell’universo vengano inseriti solo attraverso le note mi ha davvero rovinato l’esperienza di lettura. Probabilmente l’intento dell’autore era quello di evitare l’effetto spiegone, ma per farlo avrebbe potuto inserire alcuni espedienti narrativi, al fine di fornire al lettore dei dettagli del mondo in cui è ambientata la storia, piuttosto che usare un’infinità di note a fine capitolo che spezzano la narrazione e il ritmo.

Un’altra cosa a non essermi piaciuta è la banalità di alcuni elementi della storia. Più volte durante la lettura, mi sono ritrovata a fare un parallelismo tra il personaggio di Mia e quello di Arya Stark della saga di G.R.R. Martin, ad esempio. Non sono originali nemmeno le dinamiche che si istaurano all’interno della Chiesa Rossa, che in alcuni momenti sembra una cosa a metà tra Hogwarts, Hunger Games e un liceo di provincia.

Altro aspetto che non ho apprezzato sono stati i personaggi secondari; perché se da un lato l’autore si impegna tantissimo a creare una protagonista molto tridimensionale, non fa la stessa cosa con i personaggi che ruotano intorno a lei. Quasi tutti risultano piatti e senza personalità, ad alcuni viene dato del background lungo circa due righe e poco di più. Probabilmente gli unici personaggi, oltre a Mia ad avere un minimo di caratterizzazione in più sono Tric e Ashlinn, ma proprio perché sono dei personaggi funzionali alla trama.

  • Giudizio finale

“Nevernight” è romanzo molto carino e divertente. L’autore è stato bravo a raccontare una storia dell’iniziazione di una protagonista stereotipata, ma credibile. Il ritmo scorre senza problemi, ma alla fine si schiaccia l’acceleratore per dare una chiusa che ti fa venire voglia di leggere il secondo capitolo della saga.

  • A chi lo consiglio

Consiglio questo libro a chi cerca un romanzo d’evasione senza tanti fronzoli, a chi ha bisogno di una lettura che faccia staccare il cervello dalla realtà a favore di un mondo completamente nuovo. Penso che gli amanti del genere YA lo adoreranno e in particolare ameranno la protagonista e il suo gatto fatto di ombre. Infine lo consiglio a tutte quelle persone che, magari sono in astinenza di saghe fantasy e hanno bisogno di iniziare qualcosa di nuovo.

Questo era tutto quello che avevo da dire su “Nevernight” di Jay Kristoff, fatemi sapere che cosa ne pensate nei commenti!

Io vi aspetto alla prossima recensione, a presto!

– Paola

Recensione “Romanov: 1613-1918” di Simon Sebag Montefiore

In questa domenica uggiosa vi parlo della prima lettura conclusa del 2021, si tratta del saggio sulla dinastia Romanov di Simon Sebag Montefiore. 300 anni di storia compressi in un saggio di circa 700 pagine che scorrono lisce come un romanzo d’avventura. ⁣

Di questa straordinaria famiglia si conosce soprattutto la tragica fine e tutti i misteri sulla Principessa Anastasia, ma c’è davvero molto più. Montefiore con perizia, ci racconta tutta la storia della dinastia più influente e potente che il mondo abbia mai conosciuto; partendo dall’inizio della stessa e da lì ci farà conoscere tutti i suoi monarchi, da più incapaci ai più straordinari. ⁣

La narrazione procede per scene in cui all’inizio vengono presentati i personaggi che vi prenderanno parte, illustrandone il nome e il ruolo, questo è molto utile per farsi un quadro generale e genealogico della storia anche perché i personaggi di ogni scena sono davvero tantissimi.⁣

Una cosa che ho apprezzato molto è il fatto che l’autore non si limiti a raccontarci il susseguirsi di Zar e Zarine illustrando le vicende in maniera didascalica, ma ci spiega le motivazioni psicologiche, politiche e sociali dietro ogni decisione presa; facendo capire che alla fine la storia la fanno proprio le persone e i vari legami che si instaurano tra di esse. Insieme ai Romanov vediamo funzionari di Stato, amanti, ministri, altri monarchi in visita, intellettuali dell’epoca e strateghi militari. Assistiamo alla creazione di palazzi, alla perdita e alla riconquista di terre pagando con il sangue. ⁣

Inoltre Montefiore aggiunge una serie di chicche interessanti che danno un po’ di colore alla narrazione, per esempio lo sapete che il cuoco di Rasputin era il nonno di Putin? ⁣

Lo consiglio principalmente a chi ama i saggi e vuole approfondire la storia del grande impero russo, ma che vuole star lontano da tutte le dicerie sensazionalistiche che si sono andate creando nel tempo.⁣

All’interno di questo libro troverete un’analisi approfondita e pertinente della dinastia più importante del mondo, fatta di intrighi e tradimenti che George R. R. Martin spostati proprio.

Vi piacciono i saggi?

Fatemelo sapere in un commento qui sotto.

Paola

Buoni propositi letterari (e non!) per il 2021

Sono passati dieci giorni dall’inizio del 2021, un anno che dovrebbe essere di rivalsa dopo un 2020… limitiamoci a dire “indimenticabile”.

Sicuramente vi sarete fatti tutti i buoni propositi dell’anno: fare più attività fisica, mangiare meglio, avere uno stile di vita più sostenibile e chissà quali altri.

Quanto a me, in questo 2021 ho deciso di essere clemente con me stessa e di non chiedere tanto; se a dicembre non avrò il fisico dei miei sogni oppure avrò fatto piangere un paio di volte Greta Thunberg, va bene (scusa Greta, ma quest’anno va bene così).

Ho solo una cosa che esigo dal 2021: uscire dalla mia zona di comfort il più possibile

Potrà suonare pressapochistico e sembrare un po’ una di quelle retoriche da caption di Instagram come “se puoi sognarlo puoi farlo”, “credi sempre in te stesso” e altre cose del genere, ma no, non è questo il senso. Nel corso del primo lockdown ho avuto modo di riflettere su quanto effettivamente ci precludiamo delle esperienze bellissime per paura di abbandonare il sentiero già battuto, questo atteggiamento lo vediamo declinato per diverse cose. Per porre rimedio a questa mia tendenza ho deciso di vivere quest’anno (e spero anche quelli successivi) sfidando me stessa a fare delle cose che prima non avrei mai fatto per paura di fallire, dei giudizi altrui e chissà quante altre sciocchezze. Considerate che anche l’apertura di questo piccolo spazio riempito con miei pensieri è parte di questo cambiamento di prospettiva.

Ma dopo questa piccola parentesi di filosofia spicciola rispondiamo alla domanda fondamentale: Come ho deciso di uscire dalla mia zona di comfort libresca? Semplice. Facendo delle challenge di lettura!

Ogni anno Goodreads ci chiede di sfidare noi stessi a leggere più libri possibili, ma ho deciso di fare uno step successivo nel 2021.

Quest’anno insieme ad altre deliziose ragazze abbiamo creato la:

  • I Read Book Challenge 2021

Una sfida di lettura, sì numerica, ma anche con delle categorie da rispettare!
40 libri e 40 sfide diverse per affrontare tutti quei libri, che altrimenti non avrei mai letto da sola, sempre nell’ottica di affrontare scrittori e generi nuovi con la voglia di imparare ad amare qualcosa di nuovo ed inaspettato.

Se ti va puoi partecipare insieme a me a questa nuova avventura iscrivendoti al Gruppo Facebook della I Read Book Challenge

…E voi partecipate a delle challenge di questo tipo per spingervi a leggere cose nuove? Avete fatto dei buoni propositi per il 2021? Se sì, li avete già infranti?

Fatemelo sapere qui sotto o su Instagram nel post dedicato 🙂

Love you long time

Paola

I miei libri preferiti del 2020

Diciamoci la verità il 2020 non è stato di certo l’anno migliore del mondo, probabilmente lo ricorderemo tutti come un concentrato di catastrofi e disastri; ma nonostante ciò, c’è stato qualcosa che vale la pena salvare: i libri!

Essendo un animale da divano, leggere è uno dei miei hobby preferiti è qualcosa che mi fa stare bene, mi arricchisce e mi intrattiene.

Mai come quest’ anno ho avuto bisogno di leggere per riempire quell’infinità di tempo morto, nota ai più, come quarantena.

Di seguito troverete una lista (e non una classifica!) dei migliori libri del 2020.

“Due figlie e altri animali feroci” di Leo Ortolani

Il 2020 è stato l’anno del mio battesimo a Leo Ortolani. Ne conoscevo la fama, certo, ma non mi era mai capitato di leggere qualcosa di questo autore; e adesso mi pento di non aver iniziato prima.

Di Ortolani mi piace la sua capacità di raccontare temi delicati in modo profondo pur facendoti morire ridere; mi sono ritrovata diverse volte in questo volume a ridere e piangere insieme proprio grazie a questa capacità dell’autore.

In “Due figlie e altri animali feroci” l’autore ci racconta la dolcissima storia della nascita della sua famiglia, iniziata con l’adozione internazionale delle sue due figlie in Colombia. Le tavole sono intervallate da mail dirette ad amici e parenti in cui vengono raccontate le loro prime avventure insieme alle due. In questo volume, viene riportato in modo autentico tutto il doloroso e lungo iter per coronare il sogno di due persone di diventare genitori.

Questa è una storia di quotidianità in cui si vede l’inizio di un percorso che trasforma quattro persone in una famiglia. Una storia che fa ti scendere una lacrimuccia, ma che ti fa anche sbellicare dalle risate dalla prima all’ultima pagina.

Lo consiglio a: una coppia che vuole intraprendere lo stesso percorso descritto nel libro; a chi ha voglia di tenerezza.

“Circe” di Madeline Miller

Se c’è una cosa che Madeline Miller e Circe hanno in comune è il fatto di essere due maghe. Da un lato abbiamo Circe con il dono della metamorfosi e dall’altro abbiamo la Miller ha il dono di tenerti attaccat* alle pagine.

Ho letto “Circe” senza tante aspettative, anzi con un discreto scetticismo iniziale che provo sempre nei confronti dei libri che stanno sulla bocca di tutti, in particolare se sono dei retelling di stampo mitologico. Tuttavia in questa occasione mi sono dovuta ricredere, ho amato questo libro come pochi quest’anno.

La Miller rivisita con maestria la storia della nota maga dell’Odissea, partendo dalla sua infanzia nel palazzo del padre Helios, fino all’esilio passando per tutte le sue avventure nel corso della sua vita da immortale. Circe è un personaggio libero, femminista, vittima della vanità dei suoi divini parenti e nonostante appartenga al mondo mitologico risulta spaventosamente reale.

La cosa che mi ha colpita di più di questo libro, più della storia e dell’atmosfera è sicuramente la scrittura che scorre fluida, affascinante e non ti permette di mettere giù il libro.

Lo consiglio a: appassionati di mitologia o di cultura classica, a chi ha bisogno di una storia femminista e a chi vuole semplicemente sbloccarsi dal blocco del lettore.

“Nemesi” di Philip Roth

Insieme a “peste” di Camus e a “cecità” di Saramago, “nemesi” era uno di quei romanzi consigliati durante la quarantena perché, ognuno a modo suo, raccontava il fenomeno di un’epidemia.

Ambientato a New York durante l’epidemia di poliomelite del 1944, “nemesi” ha come protagonista Bucky Cantor, responsabile del campo giochi del quartiere ebraico in cui vive da sempre. Bucky è un ragazzo semplice, dai principi molto saldi, ha dedicato la sua vita allo sport, ha un corpo allenatissimo; tuttavia a causa della sua bassa statura, viene respinto al reclutamento dell’esercito per andare a combattere in Europa dove si sta consumando la Seconda Guerra Mondiale. Demoralizzato per questo rifiuto, Bucky si dedica anima e corpo al suo lavoro da animatore al campo giochi, finché non inizia a vedere ammalarsi tantissimi dei bambini di cui si prendeva cura. Il giovane inizierà una personalissima battaglia contro questo mostro invisibile che miete vittime innocenti.

Roth ancora una volta si dimostra un gigante della letteratura americana raccontandoci una storia straziante che mai come nel 2020 risuona familiare.

Lo stile di Roth risulta lirico, tagliente e in più momenti ti colpisce allo stomaco, ma alla fine lascia traccia indelebile dentro chiunque.

Lo consiglio a: chi ha voglia di una storia cruda raccontata benissimo.

“Maria Antonietta e lo scandalo della collana” di Benedetta Craveri

Cosa succede se un giorno in pretura incontra Lady Oscar? Bene, esce fuori questo libriccino!

Se come me avete conosciuto l’affaire du collier da Lady Oscar, sicuramente vi verrà tantissima nostalgia nel leggere questo pamphlet.

Nonostante la mia leggera premessa non sottovalutate questo testo. Infatti in poche pagine la Craveri racconta con minuzia storica, la nota vicenda che precederà la rivoluzione francese e che all’epoca appassionò varie corti europee.

L’autrice riesce a far appassionare il lettore grazie a tutti i particolari forniti e alla narrazione avvincente, pur mantenendo d’occhio il contesto storico in cui questa vicenda è accaduta.

Lo consiglio a: tutti gli appassionati di storia, chi apprezza la non- fiction e chi ha bisogno di una lettura di evasione assolutamente non frivola.

“Storia di chi fugge e di chi resta” di Elena Ferrante

Elena Ferrante accompagna le mie estati ormai da tre anni. Dico così perché dopo aver letto “l’amica geniale”, capendo la potenza della storia che avevo davanti, ho deciso di leggere a luglio di ogni anno un romanzo di questa autrice. Ho capito di aver bisogno di centellinarmi la bibliografia della Ferrante perché avevo paura di rimanerne senza.

Quest’anno sono giunta al terzo capitolo di questa straordinaria storia, ovviamente evito di raccontarvi la trama perché altrimenti vi dovrei spoilerare i primi due libri e non voglio negare a nessuno la gioia di leggere questa saga.

Qui mi voglio limitare a spiegarvi perché questo libro mi sia piaciuto, anche se meno dei primi due. Amo la scrittura della Ferrante che risulta vera come il linguaggio colloquiale, ma che in certi momenti tocca vette di lirismo veramente rare. Ancora una volta ci troviamo davanti a due protagoniste iconiche, così diverse e così simili; credo che tutti nella nostra vita abbiamo avuto una Lila e una Lenù con cui fare i conti, in questo romanzo ancora una volta viene raccontata la loro amicizia, la cui evoluzione si scontra con la vita di adulte e con la responsabilità di essere entrambe madri.

Rispetto ai primi due capitoli della saga, questo mi è piaciuto lievemente meno probabilmente perché meno denso di eventi, ma comunque l’ho trovato fantastico, non vedo l’ora di leggere l’ultimo libro della tetralogia.

Lo consiglio a: chi ha voglia di immergersi in una storia unica.

“Le ragazze” di Emma Cline

Credo che tutti ormai abbiano letto “le ragazze”, e sicuramente internet non ha bisogno di un’altra recensione su questo esordio editoriale col botto. Tuttavia questa è la mia lista dei migliori libri dell’anno e non potevo esimermi dall’includere questa fantastica opera prima.

“Le ragazze” è un romanzo che racconta la storia Evie un’adolescente cresciuta in California negli anni sessanta, è una ragazzina trascurata che non ha alcun adulto capace di occuparsi di lei con criterio. In questo contesto, Evie conosce le ragazze: le vede libere, felici, in sintonia col mondo e bellissime, in particolare Suzanne che in pochissimo tempo diventa il centro del suo universo. Suzanne la porterà a conoscere una realtà che un po’ tutti i media hanno raccontato a modo loro, cioè quella della celeberrima Family di Charles Manson. Il fatto che questo romanzo sia diventato celebre grazie a questo setting cult però è troppo riduttivo, il personaggio di Manson, per esempio è molto marginale per lasciare spazio alle vere protagoniste: le ragazze appunto.

Se volete un reportage sulla Family, questo non è il libro che fa per voi, ma se invece siete interessat* a una storia di crescita femminile in un contesto iconico e pericoloso allora questo è pane per i vostri denti.

Ho trovato la scrittura della Cline scorrevolissima e mai banale, non vedo l’ora di leggere il suo secondo romanzo “Harvey”.

Lo consiglio a: chi vuole leggere una storia tutta al femminile atipica.

“Cinzia” di Leo Ortolani

Cinzia Otherside è un personaggio presente nella saga di Rat Man e questo è il suo stand alone. Lei è una donna transgender che deve trovare il suo posto nel mondo e non ha assolutamente intenzione di piegarsi ai pregiudizi transfobici che si troverà davanti.

“Cinzia” è una graphic novel con grande cuore perché non solo parla di un tema, mai come in questi anni, rilevante ma lo fa anche in modo critico, profondo e facendoti ridere un sacco, senza mai cadere in volgarità spicciole. Mi piace perché è una storia d’amore e di emancipazione che si diverte a buttare giù tutti i tabù di un mondo etero-centrico.

Ho amato “Cinzia” in modo viscerale, qui Ortolani fa vedere meglio di non essere solo capace di far ridere, ma anche di far riflettere e di porre le luci su un tema poco affrontato anche dentro la comunità LGBTQ+.

Lo consiglio a: chi vuole leggere una storia LGBTQ+, per chi è fan di Rat Man e vuole approfondire uno dei personaggi migliori della saga.

“La profezia dell’armadillo” di Zerocalcare

Praticamente ero rimasta solo io a non aver letto la profezia dell’armadillo di Zerocalcare, ma alla fine del 2020 ho recuperato. Non è il primo suo fumetto che leggo, ma penso che questo sia il più famoso. Il mio primo approccio a Zerocalcare l’ho avuto con Kobane Calling, che ho letto l’anno scorso. Rispetto a quest’ultimo titolo ho trovato “la profezia dell’armadillo” un po’ inferiore, ma nonostante ciò lo ritengo comunque un titolo valido e soprattutto mi sembra il volume perfetto per conoscere questo autore (fan di Zerocalcare fatemi sapere se la pensate in modo diverso).

Qui si vede Calcare nel suo habitat naturale, Rebibbia, raccontarci delle storie sul suo passato per cercare di capire delle conseguenze che hanno avuto nel presente.

Come ho detto prima per Leo Ortolani, anche Zerocalcare racconta dei temi sensibili in modo non banale con un linguaggio unico e divertente, pur non perdendo mai il focus sul discorso principale del libro. Lo so che in questo ultimo passaggio, risulto un po’ criptica, ma non vi voglio spoilerare niente!

Se proprio devo trovare una cosa che non mi è piaciuta molto è il continuo divagare con altri aneddoti, che seppur divertenti, fanno un po’ perdere mordente alla storia principale.

Lo consiglio a: chi vuole iniziare con Zerocalcare.

Eccoci alla fine di questa mia personalissima lista dei migliori libri del 2020, qual è la vostra?

Se pensi che questi consigli siano utili per altre persone, condividi questo articolo 🙂

Love you long time ❤

Paola